venerdì, agosto 17, 2007

EUROLANDIA: PUNTO DELLA SITUAZIONE...

Figura : Indebitamento societario nell’area dell’euro, in % del PIL

Il sistema finanziario europeo sta attualmente attraversando un momento delicato. La Bce ha immesso 94 miliardi di euro nel sistema finanziario europeo e ne ha poi riassorbiti circa un terzo verso la fine della settimana. A giudicare dalla reazione del tasso overnight – probabilmente l’indicatore più attendibile della liquidità nel mercato interbancario – la Bce sembra aver preso la scelta giusta. In prospettiva, ci si interroga sulle ripercussioni della crisi del comparto statunitense dei mutui ipotecari subprime sulle economie reali.
Se le banche assumessero un atteggiamento restrittivo a prescindere dai “veri” rischi di credito, si potrebbe verificare una stretta creditizia. Se non controllata adeguatamente, una tale evenienza potrebbe portare ad ulteriori fallimenti societari, danneggiando i bilanci delle banche e obbligando queste ultime a diventare ancor più restrittive. È compito del Sistema europeo delle banche centrali (non solo della Bce) individuare eventuali segnali d’allarme di un tale cambiamento nella natura del sistema finanziario.
Prima del lancio ufficiale dell’euro nel gennaio 1999, le banche centrali erano vincolate dagli obiettivi valutari stabiliti nell’ambito dell’Uem. In alcuni casi le banche centrali nazionali si sono trovate impossibilitate a reagire in modo appropriato, come avvenne per la Francia nel 1995. Oggi la Bce può iniettare nel sistema tutta la liquidità necessaria nel breve termine e continuerà probabilmente a farlo nei giorni a venire.
Potrebbero volerci settimane prima che la reale portata del problema creditizio diventi chiara. Nel frattempo, la Bce continuerà probabilmente a iniettare all’occorrenza liquidità nel sistema finanziario. In termini di livelli di debito societario in Europa, gli indici di indebitamento di molti paesi sono aumentati significativamente negli ultimi dieci anni, in particolare in Spagna, dove il settore immobiliare potrebbe essere esposto a un maggiore inasprimento delle condizioni creditizie.







Fonte: Bundesbank, Banque de France, Banca d’Italia, Statistics Spain,
Bloomberg, Morgan Stanley Research

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