lunedì, dicembre 19, 2011

Lo stato USA con meno poveri è quello con meno tasse. Che sorpresa!


Live free or die, questo è il motto ufficiale del New Hampshire. Non è un caso che il New Hampshire (NH) sia stato scelto dal Free State Project, il progetto che ha come scopo lo spostamento di più libertari possibile in NH per costituire il primo vero stato libertario al mondo. Il NH infatti è:
  • l’unico stato USA a non avere tasse sul reddito
  • qui non esiste neppure la sale tax (equivalente alla nostra IVA).
  • non esiste neppure l’inventory tax che colpisce le aziende.
  • è al 49esimo posto tra gli stati USA come pressione fiscale.
  • gode di una economia florida anche se non ha industria degna di questo nome né risorse naturali. Al terzo posto come quantità di imprese hightech.
  • il NH ha recentemente rigettato il cosiddetto Obamacare dichiarando che nessun cittadino del NH può essere forzato ad avere una assicurazione sanitaria.
  • è lo stato del New England che ha sofferto meno la recessione e si stima che sarà il primo ad uscirne.
In questo inferno, come lo definirebbero i socialisti, ci dovrebbero essere i poveri nelle strade a chiedere l’elemosina, le lunghe fila di disoccupati agli uffici di collocamento, un divario tra ricchi e poveri incolmabile. E invece il NH oggi ci insegna un qualcosa che dovrebbe far aprire gli occhi a molti. E’ infatti lo stato più ricco degli USA con appena il 5.4% della popolazione sotto la soglia di povertà, al quarto posto per occupazione e al settimo per la percentuale di popolazione più bassa senza assicurazione medica. Una ricchezza quindi condivisa dalla maggior parte della popolazione. La ragione? Poche tasse e tante libertà per le imprese e qui a libertariaNation siamo sicuri che non si tratti di una semplice congettura.

Il NH è in effetti al quarto posto (secondo i valori dell’indice di Gini) riguardo all’uniformità nella distribuzione della ricchezza tra gli stati USA.
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_U.S._states_by_Gini_coefficient
Comunque l’indice di Gini di NH (0.425) è parecchio maggiore rispetto alla maggior parte dei paesi europei (UK 0.340, NL 0.309, D 0.270, B 0.280, I 0.320, F 0.327, IE 0.293, etc.)
https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2172rank.html

[fonte <http://tinyurl.com/cyz9nnz>]

venerdì, novembre 18, 2011

Three Drive Bullish [aggiornamento]...


Dopo un anno il tracciato "perfetto" (visibile qui: <http://tinyurl.com/3sh7wfc>) si sta dimostrando affidabile e la debolezza dell'euro dovrebbe perdurare almeno fino a metà aprile 2012...

giovedì, ottobre 27, 2011

E' partito l'impulso...

Come scrissi nel commento al post precedente: "S&P500 Index...siamo in onda 4?"...oltre 1230 è terminata la correzione di 5 onde. A questo punto bisogna individuare fino a dove potrà arrivare questo impulso di onda 1 e come sarà l'onda 2 (sideways o profonda?). Ritengo che fino a quando non ci sarà una candela giornaliera d'inversione il trend resterà maturo. E le posizioni aperte in PAC sullo SPY le lasceremo correre. Qui l'ultimo aggiornamento: <http://tinyurl.com/5t6xwup> 



lunedì, settembre 19, 2011

S&P500 Index...siamo in onda 4?

Secondo la teoria di Elliot le onde 1, 2 e 3 sono state fatte in modo chiaro ed inequivocabile, adesso la 4 pare altrettanto evidente (essendo la 2 molto profonda la 4 dovrebbe essere "sideways" di 5 sotto onde) con a, b, c, d ed e fatte. Per cui l'onda 5 dovrebbe estendersi tra 1118 (se 5=1) configurandosi come "truncation" oppure 995 (5=3) nel caso in cui si estendesse in modo "standard".

giovedì, settembre 01, 2011

SPX Point&Figure - BULLISH BREAKOUT...




Il 29 agosto sullo SpoorsP&F è avvenuto il breakout rialzista con prezzo obiettivo 1420.


Da prestare particolare attenzione (in ambito intraday) alla resistenza rappresentata dalla UpperBand daily passante per 1236,60.
RSI positivo e Width in calo fanno tuttavia presupporre ad una prosecuzione del trend.
Ma fino a quando il VIX restera' oltre 25 le tensioni resteranno alte.

martedì, agosto 09, 2011

H&S Scenario....


Sul cross euro dollaro si sta configurando un testa e spalle con neck line in area 1,4450 e target area 1,50/1,5150...

martedì, giugno 21, 2011

FITCH minaccia gli U.S.A.....

Un'altra agenzia di rating ha aumentato la pressione sui politici statunitensi. Fitch ha avvertito che metterà sotto osservazione con implicazioni negative il rating degli USA se entro il prossimo 2 agosto non verrà raggiunto un accordo su un aumento del tetto del debito. La minaccia di Fitch arriva dopo quelle lanciate dalle rivali Standard & Poor'se Moody's. I Repubblicani, che controllano la Camera statunitense, hanno finora bocciato la proposta dell'amministrazione Obama di alzare il tetto del debito perchè chiedono in cambio dei loro voti dei nuovi tagli alla spesa pubblica.

mercoledì, maggio 18, 2011

Altro che 2012. La Federal Reserve alzerà i tassi soltanto nel 2018...

A conferma di quanto scritto ad inizio aprile......Bernanke: "I tassi non si toccano né a giugno, né a settembre...", ieri è uscito il commento di un economistra di GS....
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Bangkok - Con la fine del programma QE2 (Quantitative Easing), crescono le aspettative secondo cui la Fed potrebbe arrivare presto a modificare la propria politica monetaria, forse già dalla prima parte del 2012. Gli ultimi dati di una ripresa economica più lenta, al massimo, potrebbero posticipare l’intervento alla seconda metà per stimolare ancora l’economia.

Ma se il mercato scommette su un rialzo dei tassi entro un anno, al momento prossimi allo zero, gli economisti di Goldman Sachs la vedono diversamente. E non parlano di 2013 o di un leggero ritardo. A loro dire i tassi potrebbero rimanere invariati ancora fino al 2018. Non è lo stimolo economico da solo a giocare un ruolo chiave nella decisione; a loro avviso i tassi sui fed funds dovrebbero rimanere praticamente azzerati ancora a lungo per supportare il processo di risanamento dei conti pubblici.

"Il meglio che la Fed possa fare al momento è mantenere i tassi di interesse inalterati, per supportare la crescita in un periodo in cui sarà fondamentale attuare le riforme di consolidamento fiscale", scrive nella nota l’economista di Goldman Sven Jari Stehn. "La situazione fiscale attuale dovrebbe contribuire a mantenere il livello dei tassi invariato ancora a lungo".

Infatti, anche se i politici dovessero trovare a breve un accordo per tagliare la spesa e alzare le tasse, ci vorrà del tempo per portare il deficit sotto controllo, deficit che quest’anno è nella giusta strada per raggiungere il 7,7%.

Ecco allora che, basandosi sui dati storici analizzati, che parlano di 6 anni perché le misure di stretta fiscale facciano effetto, gli economisti di Goldman credono che potremmo avere una situazione più propensa a un rialzo dei tassi di interesse, solo intorno al 2018. Gli ultimi dati, che parlano di una ripresa più lenta, alimentano le aspettative su tassi di interesse invariati e dovrebbero continuare a spingere sulla debolezza del dollaro.

[Copyright © 1999-2011 Wall Street Italia, Inc. New York.]

martedì, aprile 05, 2011

BERNANKE: L'AUMENTO DELL'INFLAZIONE SARÀ TRANSITORIO...


L'aumento dell'inflazione causato dall'apprezzamento delle materie prime sarà transitorio. Lo ha dichiarato Ben Bernanke in un discorso nell'ambito di una conferenza sui mercati finanziari organizzata della Federal Reserve di Atlanta. Secondo Bernanke a spingere i prezzi delle materie prime sarebbero principalmente l'offerta e la domanda globale. Questo rincaro starebbe avendo un impatto sugli indici dei prezzi negli USA. Nononstante ciò le aspettative di inflazione resterebbero per il momento stabili e ben ancorate. Bernanke crede infatti che l'aumento dell'inflazione non persisterà e si tornerà ad un livello dei prezzi conforme al mandato di stabilità dei prezzi della Fed. Bernanke ha d'altra parte osservato che se tali assunzioni dovessero risultare sbagliate, allora la banca centrale reagirà sicuramente per mantenere la stabilità dei prezzi negli USA.

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Traduzione: Per ora i tassi non si toccano...certamente non nella riunione di giugno, ne' in quella di settembre....

venerdì, marzo 04, 2011

38 miliardi di dollari pronti per entrare sui mercati...


Warren Buffett è alla ricerca di nuovi acquisizioni per cercare di investire al meglio i suoi 38 miliardi dollari di cash flow, come ha ribadito nella sua lettera annuale agli azionisti di Berkshire Hathaway Inc.

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ACQUISIZIONI E MERCATO. Buffett prevede un investimento aggressivo per far crescere la raccolta degli investitori di Bershire, in quanto lo stesso oracolo di Omaha prevede per il 2011 un mercato azionario bullish e un recupero del mercato immobiliare che potrebbe iniziare già entro la fine del primo semestre. Soprattutto, però, il suo obiettivo è anche quello di espandere l’ attività non assicurativa, una vasta opportunità che darebbe più visibilità a Burlington Northern (settore ferroviario) e a MidAmerican (energia). "La nostra arma elefante è stata ricaricata, e il mio dito è impaziente di cliccare il tasto BUY", ha detto Buffett.

LA LETTERA. è stata rilasciata poco prima delle 8:00 di Sabato, come è avvenuto in tutti questi ultimi anni e molti grandi investitori non nascondono di alzarsi presto quel giorno per leggere istantaneamente il messaggio di Warren. Il cosiddetto "Oracolo di Omaha" attraverso il suo fondo avrà bisogno di "più importanti acquisizioni" per raggiungere l'obiettivo che si è prefissato quest’anno. Un investitore di lunga data in Berkshire ha definito la lettera di Buffet come "incisiva" ed improntata ad offrire "fiducia al popolo americano". "Direi che come investitore, questa lettera è molto ottimista, e che stimoli lo stesso investitore ad entrare nel mercato quando tutto il mondo è spaventato", ha detto Tom Russo, partner di Gardner Russo & Gardner a Lancaster, Pennsylvania, che è uno dei 15 più grandi detentori di azioni del fondo Berkshire.


lunedì, febbraio 14, 2011

Previsioni oltraggiose per un anno delicato...

XXXX una banca di investimenti di rilievo internazionale specializzata nel trading e negli investimenti online su tutti i mercati finanziari internazionali; ogni anno, i suoi economisti stabiliscono dieci previsioni definite “oltraggiose”, perché poco probabili, ma che se si dovessero realizzare produrrebbero un impatto sui portafogli straordinario.

L’anno scorso, tre di queste previsioni si sono veramente realizzate , e sono:

- gli Stati Uniti hanno effettivamente assistito alla nascita di un terzo partito (Tea Party);

- la rendita delle obbligazioni tedesche è caduta al 2,25% (ad agosto);

- il prezzo dello zucchero ha realmente perso un terzo del suo valore (a maggio).

Insomma il folle 2010 ha dimostrato che ben tre su dieci di quelle che a inizio anno erano state definite come previsioni poco probabili o per niente probabili si sono rivelate la pura verità, riempiendo d’orgoglio quelli della XXXX, che puntualmente, anche perché rinvigoriti dal “successo”, sono tornati alla carica quest’anno “sparandone” di nuove. Dato il corso degli eventi di questi anni, è probabile anche che facciano un bel bis, indovinando anche nel 2011 qualche possibile stravolgimento nei mondi della finanza, della politica e dell’economia. Vediamo cosa hanno ideato quest’anno:

1. Il Congresso americano bloccherà il QE3 (nuova iniezione monetaria). La Federal Reserve sarà sul banco degli imputati nel secondo semestre. La sua politica monetaria ha prodotto crisi immobiliari e bancarie, oltre che una fetta importante dell’aumento del debito pubblico. Il Congresso dovrebbe impedire alla Federal Reserve di raddoppiare il suo bilancio e forse persino condurla a riconsiderare il suo doppio mandato di stabilità dei prezzi e di bassa disoccupazione.

2. Apple comprerà Facebook. Steve Jobs ha proposto un partenariato a Facebook, ma i negoziati non hanno condotto a un accordo che rendesse tutti contenti. Apple probabilmente tenterà l’offerta.

3. Il dollaro guadagnerà il 25%. L’economia mondiale sembra riprendersi, ma le turbolenze potrebbero arrivare dalla Cina, in particolare da un rallentamento del settore industriale. Con le economie europee e giapponese in difficoltà, il dollaro potrebbe guadagnare un buon 25%.

4. Il rendimento delle obbligazioni americane sui 30 anni cadrà al 3%, approfittando della ricerca di un “valore rifugio”.

5. Il dollaro australiano perderà il 25% nei confronti della sterlina, visto che l’Inghilterra sembra ritrovare i suoi valori ancestrali: il lavoro, il risparmio e la crescita. L’Australia, al contrario, soffrirebbe di eventuali instabilità cinesi.

6. Il petrolio salirà a 100 dollari, sulla scia delle previsioni di ricrescita americana, prima di perdere un terzo del suo valore.

7. Il gas naturale guadagnerà il 50% grazie a un netto aumento della domanda.

8. L’oro salirà a 1800 dollari l’oncia, approfittando della “guerra delle monete”.

9. L’indice S&P 500 delle azioni americane supererà il suo livello record del 2007 e guadagnerà il 30% sull’effetto della politica monetaria, e questo anche se non sarà seguita dall’economia reale.

10. L’indice delle azioni russe (RTS- Russian Trading System) raddoppierà di valore, approfittando inizialmente dell’aumento del petrolio, ma anche di una valutazione particolarmente vantaggiosa, a un PER (Price-Earnings Ratio, rapporto prezzo/utili) di sole 8,6volte.

Un’analisi particolareggiata, molto tecnica ovviamente, ma di sicuro c’è che non si tratta di ipotesi del tutto campate in aria. Alla XXXX si conta di centrare il bersaglio con una delle previsioni in particolare? La risposta è sì: per il responsabile del consiglio sul mercato, la previsione “oltraggiosa” che produrrà il più forte impatto sui portafogli sarà la prima.

Sarà tutto l’edificio a crollare” ha dichiarato in un’intervista al Temps. A noi non resta altro da fare che vedere come si sviluppano le cose, sperando di non sentire la “botta”, segno che il crollo non sarà avvenuto, e che l’economia americana, tuttora la più forte al Mondo, non avrà mandato il sistema finanziario internazionale nel parapiglia.

[fonte riservata]

giovedì, febbraio 10, 2011

...e l'FMI recita il mea culpa....

Il Fondo monetario ha fallito clamorosamente nel lanciare l'allarme sui rischi che hanno portato alla crisi globale, anche a causa del suo sostegno a politiche di regolamentazione e di pratiche nel settore della finanza che sono state fra le cause della crisi stessa.
Le durissime critiche al comportamento del Fondo, giudicato troppo influenzato dai grandi paesi industriali, sono contenute in un rapporto pubblicato ieri dall'ufficio di valutazione indipendente dell'Fmi. Il capo dell'istituzione di Washington, Dominique Strauss-Kahn, ha accettato di dover fare un "mea culpa", aggiungendo però che alcune delle lacune che hanno portato al fallimento dei compiti di sorveglianza sono state in parte corrette con le riforme avviate dal Fondo dopo la crisi e dirette al rafforzamento della sorveglianza, soprattutto preventiva, e a una maggior attenzione alla solidità dei sistemi finanziari.
Curiosamente, il rapporto esce subito dopo la denuncia dell'ex capo economista dell'Fmi, Raghuram Rajan (in un articolo sul Sole 24 Ore di martedì scorso), sull'incapacità degli economisti di prevedere la crisi: proprio Rajan era stato fra i pochi, già nel 2005, ad allertare sulla possibilità di una grave crisi, ma i suoi interventi avevano avuto scarsa eco nei pronunciamenti ufficiali del Fondo. Questi vengono a volte ammorbiti per evitare contrasti con i più importanti paesi membri.
L'abilità dell'Fmi di identificare correttamente i crescenti rischi è stata ostacolata tra l'altro, secondo il rapporto, dalla convinzione che una severa crisi finanziaria nei paesi avanzati fosse improbabile. Il Fondo riteneva che i mercati finanziari fossero fondamentalmente solidi e le grandi banche in grado di affrontare i problemi più prevedibili: questo ha portato a ridurre il senso di urgenza nel risolvere le situazioni a rischio. Il rapporto è particolarmente critico nei confronti delle procedure di sorveglianza bilaterale esercitate dall'Fmi su Stati Uniti e Gran Bretagna, dove i sistemi finanziari hanno poi rivelato enormi pecche. Mesi dopo lo scoppio della crisi, nell'immimenza del tracollo di Lehman, il Fondo aveva affermato che «il peggio è passato». Il documento dedica un'analisi specifica agli Usa e all'ottimismo del Fondo sull'innovazione finanziaria e al ritardo nell'individuazione dei rischi. Spesso, secondo il rapporto, l'istituzione di Washington ha abbracciato le tesi delle autorità americane, soprattutto la Federal Reserve, in difesa della grande finanza Usa.
Negli anni passati, dice lo studio, l'Fmi ha correttamente insistito sulla pericolosità degli squilibri globali, ma non ha saputo collegarli ai rischi sistemici per il settore finanziario.
I paesi industriali, tra l'altro, non erano stati inclusi nell'esercizio per identificare le vulnerabilità iniziato dppo la crisi asiatica della fine degli anni 90. I paesi emergenti hanno ripetutamente lamentato i due pesi e due misure della sorveglianza dell'Fmi, spesso aspra nei confronti delle loro politiche economiche, ma molto più blanda nei confronti delle principali economie avanzate.

Giappone e GB...aumentano i timori sul debito e il deficit di bilancio...

Il livello del debito e il deficit di bilancio del Giappone "sono insostenibili nel medio termine" e il Governo deve agire con un piano misure di contenimento.

È quanto chiede il vicedirettore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Naoyuki Shinohara, in conferenza a Tokyo.

Per Shinohara "se persisterà la situazione attuale del bilancio, si verificheranno di sicuro problemi" auspicando che nel paese si raggiunga "al più presto un accordo su un piano di consolidamento del bilancio".

Shinohara ha anche sottolineato che le banche giapponesi devono rafforzare ulteriormente il capitale e gli accantonamenti per centrare gli standard internazionali, ricorrendo principalmente ad aumenti di capitale.

Thomas Byrne, vicepresidente senior di Moody's ha indicato che Moody's non prevede azioni sul rating sovrano del Giappone e conferma la valutazione di AA2 con prospettive stabili. A fine gennaio Standard & Poor's, invece, aveva abbassato il rating del Giappone di un gradino ad AA-.

Intanto dalla Gran Bretagna arrivano i dati relativi al deficit commerciale di dicembre. Nell’ultimo mese dello scorso anno il disavanzo commerciale nel Regno unito è stato pari a 9,2 miliardi di sterline, cifra record dal lontano 1980.

Per l'intero 2010, i dati preliminari diffusi dall’Istituto di statistica nazionale indicano un rosso di 97,4 miliardi rispetto agli 82 miliardi del 2009.

Lo scorso lunedì 31 gennaio il premier David Cameron aveva ribadito che l'economia inglese necessita di fiducia dei consumatori e delle imprese e ''il modo migliore per far crescere la fiducia e' intervenire su deficit e debito pubblico''. ''La cosa peggiore che possiamo fare e' dire che non stiamo abbattendo il nostro debito'', aveva detto Cameron alla BBC, aggiungendo che il 2011 sarà un anno difficile ''ma il governo ha imboccato la strada giusta e la gente comprende quanto stiamo facendo''. Il premier aveva anche sottolienato che ''se non interveniamo su deficit e debito pubblico potremo trovarci nella situazione di Grecia e Irlanda''.

lunedì, gennaio 24, 2011

Rafforza l'EURO...

Messaggio forte da parte dell’industria ed economia tedesca. Grazie a IFO in rialzo ben oltre le previsioni, abbiamo avuto una spinta ulteriore per EURO, TITOLI, e della propensione al rischio.

Ulteriori fattori a sostegno del sentimento finanziario attuale, la fase di intensificazione nelle trattative per la creazione del fondo-salva stati, la nazionalizzazione, anche se temporanea, delle Casse di Risparmio in SPAGNA. Tutti fattori a ridurre, almeno in questa fase, gli eccessivi timori e paure sui DEBITI, sovereign in particolare. Quindi con il rialzo della propensione del rischio vantaggi per l’EURO, a scapito del DOLLARO, che ha innescato necessità di copertura di posizioni contrarie a questo movimento attuale.

Dal JPN la banca centrale per la prima volta da molti mesi, nel suo rapporto mensile, da delle indicazioni positive sullo stato della sua economia, con previsioni di miglioramento, grazie al sostegno robusto dalle esportazioni in ASIA. In settimana avremo parecchi DATI fondamentali e riunioni chiave.